EDU
Prigionieri di coscienza, attività nelle scuole
Amnesty International è stata fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, che lanciò, dalle colonne del quotidiano di Londra The Observer un “Appello per l’amnistia“,una campagna per l’amnistia dei prigionieri di coscienza : il suo articolo, intitolato “I prigionieri dimenticati”, racconta la vicenda di due studenti portoghesi arrestati per aver brindato alla libertà.
Dal 1961, il mondo è profondamente cambiato, e anche Amnesty International. Pur occupandosi di ogni violazione dei diritti umani, il lavoro di Amnesty per i singoli casi di vittime di violazioni dei diritti umani rimane il cuore delle attività dell’intero movimento, di tutti gli attivisti nel mondo, attraverso gli appelli, le lettere, la pressione costante sui governi responsabili. Un aspetto fondamentale dell’impegno di Amnesty è quello dell’educazione ai diritti umani nelle scuole. Un processo di lungo periodo che costituisce una strategia preventiva efficace di difesa della dignità e della libertà di ogni individuo.
Alcune scuole del Lazio hanno aderito all’Azione Urgente per Zunar (vignettista della Malesia che rischia 43 anni di prigione per aver espresso la propria opinione sui social network) inviando numerose vignette raffiguranti la loro idea di libertà di espressione.
Due classi del quarto anno del Liceo scientifico Galileo Galilei di S.Marinella (RM) hanno, invece, partecipato ad un incontro organizzato dal gruppo locale di Amnesty dedicato al caso di Raif Badawi (blogger saudita condannato a 10 anni di prigione e 1000 frustate)e di tutti gli altri prigionieri di coscienza in Arabia Saudita.
Se vi interessa aderire con la vostra Scuola e/o classe ad un progetto sui diritti umani, potete contattarci a: ai.lazio@amnesty.it oppure direttamente i gruppi di attivisti sparsi sul territorio regionale.
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